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COD: VRT220.
Produttore:

Sassicaia Bolgheri D.o.c.

€ 341,60 I.V.A. inclusa
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Gli appassionati di vino non hanno certo bisogno di una guida per sapere che il Sassicaia è un vino superlativo, un grande classico che ininterrottamente dall’annata 1968 è al vertice di ogni classifica e continua a far parlare di sé.
Il terreno sassoso da cui proviene gli dona il nome e la raffinatezza si palesa nel suo rosso rubino morato, concentrato, profondo, ma vivace al tempo stesso. Al naso impressiona la perfetta fusione dei suoi componenti. Intenso ed elegante, ampio e di grande finezza, il vino esprime profumi maturi, senza note acerbe. Si alternano profumi di frutti di bosco polposi su un fondo balsamico e speziato. La qualità è eccellente, il bouquet raggiungerà negli anni un fascino sicuramente unico e irripetibile. In bocca si supera in potenza e volume, senza difetti, con tannini di assoluto pregio, nobilissimi, affiancati dal grande equilibrio e dagli aromi dirompenti che durano all’infinito in un finale lungo e piacevolissimo.
Il Sassicaia è senz’altro il vino italiano più conosciuto al mondo e la sua fama è per certo assolutamente meritata. Non esistono annate deboli, né cedimenti nell’invecchiare; questo campione di classe superiore stupisce per la sua capacità di mantenere intatto il vigore e la sua raffinata eleganza, migliorandosi in profumi e sapori, performando in equilibrio, personalità e forza espressiva.

Esaurito

Descrizione prodotto

Prima annata di produzione : 1968

Vitigni : Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc

Denominazione : Bolgheri D.o.c. Sassicaia

Provenienza : Toscana, Castagneto Carducci

Affinamento : In barriques di rovere francese a grana extrafine in percentuali di legno nuovo, di primo passaggio e di secondo passaggio.

Gradazione : 14% vol.

Temperatura di servizio : 18°

Formato : 75cl

Cantina
Nato negli anni Sessanta a Bolgheri, nella Tenuta di San Guido, il Sassicaia è stato il precursore di tanti nobili ettari affermatisi in seguito in tutta la Toscana e fu proprio questo vino che fece conoscere la Tenuta ed il vigneto “Italia” nel mondo.
Al Marchese Incisa della Rocchetta va il merito di aver compreso con molto anticipo il territorio adatto al vigneto. La Tenuta San Guido si estende dal Tirreno fino alle colline dietro Castiglioncello, a 396 metri di altezza; questo fa si che il paesaggio, oltre ad essere estremamente bello, goda anche di un ottimo microclima. Una proprietà di 2500 ettari nel cuore della Maremma, immersa in vasti e fitti boschi di macchia mediterranea, uno straordinario polmone naturale che ossigena e culla la Tenuta.Sulla sinistra è visibile l’obelisco che Giuseppe della Gherardesca eresse nel 1908 per commemorare Giosuè Carducci (morto l’anno prima), davanti al viale dei cipressi che lui aveva reso celebre. Subito a destra vi è l’oratorio di San Guido, costruito da Simone Maria della Gherardesca all’inizio del XVIII secolo, che dà il nome alla tenuta.
La storia della famiglia inizia quando, nella poderosa genealogia Incisa della Rocchetta, emerge la figura di Leopoldo Incisa, che agli albori dell’ottocento si presta alla carriera amministrativa familiare e di sperimentazione. Nel 1845 esce infatti una sua memoria sullo studio della stagione adatta per svinare, nella quale racconta minuziosamente la situazione dei vigneti Rocchetta Tanaro, e nel 1862 pubblica un secondo scritto che attrae l’attenzione di vitivinicoltori che accorrono in gran numero ad ammirare l’oggetto del suo studio, ossia la collezione privata di ben 175 varietà di vitigni – italiani e stranieri – in vaso. Durante gli ultimi anni di vita, Leopoldo Incisa della Rocchetta si fa portare a casa i vasi delle viti per coltivare i suoi studi prediletti e quando nel 1871 muore, le sue memorie rimangono per diventare fonte preziosa di consultazione per il pronipote Mario Incisa della Rocchetta, “creatore” del Sassicaia. Quasi un secolo dopo il pronipote Mario Incisa, giovane studente di agraria, a seguito della frequentazione con il Barone Rothschild e grazie ai saggi ereditati, trae ispirazione per far nascere un vino “bordolese” su un terreno italiano. Nella biografia giovanile di Mario Incisa va menzionato l’incontro con Clarice delle Gherardesca, erede della famiglia patrizia regnante da secoli nella Maremma toscana, che il 18 ottobre 1930 diviene sua moglie. La giovane coppia Incisa si stabilisce all’Olgiata, dove nasce un’azienda agricola modello ed un allevamento (presto celebre) di futuri campioni purosangue. Durante la seconda guerra mondiale la tenuta vive tempi difficili ma in pochi anni Mario è in grado di trasformare questa azienda in una moderna fattoria, diventata anche un’oasi faunistica ed ambientale: il Padule di Bolgheri, la prima oasi italiana riconosciuta internazionalmente e attualmente affiliata al WWF. É qui che, sull’altura di Castiglioncello, si trova il terreno ideale per impiantare il famigerato Cabernet, dal quale discente “il SuperTuscan” che ha scalato rapidamente le graduatorie mondiali di vini di qualità. Non è stata comunque una strada facile, in quanto – a dispetto delle ottime premesse – i primi giudizi su quel vino non furono positivi. Tra il 1948 ed il 1960, il Sassicaia rimane un vino di dominio strettamente privato con consumi quasi esclusivi della Tenuta. Presto però il Marchese Incisa capisce la filosofia di questo vino, che invecchiando con un adeguato lungimirante affinamento, gli permette di non mostrare cedimento ma bensì di migliorarlo notevolmente. Mario Incisa, con il supporto di amici e parenti, continua così a sperimentare e perfezionare il proprio rivoluzionario stile di vinificazione, fino ad ottenere nel 1978 a Londra, dopo una degustazione organizzata dalla rivista “Decanter”, il riconoscimento per uno dei più grandi rossi italiani trionfando su trentaquattro Cabernet selezionati da tutto il mondo. Dalla morte di Mario Incisa nel 1983, la Tenuta è diretta dal figlio Nicolò, che saggiamente ha ampliato i vigneti ed aumentato la produzione, e oggi coadiuvato dalla terza generazione familiare rappresentata da cinque cugini che, guardando al futuro, vogliono rappresentare, preservare, esaltare e accrescere la preziosa storia di valori di questa indissolubile famiglia.

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